lunedì 4 aprile 2011

Puttana


Sono passato per caso da quella strada laterale e laggiù in fondo, subito dopo il semaforo ti ho vista sul ciglio della strada.
E' stato un'attimo, una decisione improvvisa,... invece di svoltare ho proseguito, volevo accertarmi se quello che si vedeva da lontano era vero…
E' una strada di periferia, intervallata da campi ormai incolti e da tristi muri di fabbriche dove non si capisce se dentro si lavora o regnano le sterpaglie.
Ne vedo spesso donne come te, gli occhi annoiati di chi è in attesa del prossimo, ma con la mente persa nei suoi sogni….
Ci sono le due ragazze giovanissime e di colore alla prima rotonda, troppo lontane da casa per essere felici.
Più avanti si scorgono dei lunghi capelli rossi e delle gambe lunghissime… ma mano a mano che ci si avvicina, aumentano gli anni scolpiti su quel viso triste.
Poi di solito svolto e mi avvio verso casa… ma quel pomeriggio no, il destino, forse la fortuna mi hanno fatto proseguire, sembra che da qualche parte la storia dei nostri incontri, delle nostre vite sia già scritta.
Ho superato il semaforo, procedevo piano, volevo guardarti bene, ma la sensazione non mi piaceva…. non volevo che ti accorgessi di me, non volevo darti la sensazione di "controllare la merce" prima di "comprarla". Non l'ho mai fatto, non volevo farlo nemmeno quel pomeriggio, anche se quelle lunghe gambe  velate di nero mi avevano eccitato parecchio.
Ti sono passato accanto, troppo in fretta, troppo veloce per essere sicuro di quel piccolo sorriso indirizzato verso di me.. Ma quell'attimo è stato sufficiente per ammirare le tue splendide gambe velate, i tuoi seni generosi fasciati da quella maglietta nera appiccicata al tuo corpo.
Ero eccitato, una mano veloce è scesa a sistemare il mio sesso che fremente spingeva nei pantaloni, ti ho superata, ho proseguito, ma con la mente incollata a quelle meravigliose gambe, al tuo corpo così provocante, ai tuoi lunghi capelli biondi… a quel tuo sguardo da ragazza dell'est strappata da casa.
Sono arrivato alla rotonda, un centinaio di metri nei quali desiderio, paura e dubbi hanno riempito la mia mente… poi un gesto automatico, la decisione…
Sono tornato indietro, dall'altro lato della strada tra auto e camion che passavano mi sembravi ancora più bella… un fiore nero tra il traffico sporco e rumoroso. Un'inversione a "u" e sono vicino a te…. le dita tramanti che abbassano il finestrino, i tuoi occhi che mi guardano….
L'imbarazzo della prima volta, le parole escono timide, banali dalla mia bocca…. "quanto? " e la tua voce che esce dolce dalle tue labbra… "trenta euro tutto…"
Trenta euro… ti avrei dato molto di più se me lo avessi chiesto, anche solo per guardarti, per ammirare le tue meravigliose gambe velate… Avevi già la mano sulla maniglia quando ti ho detto "va bene"… Le tue gambe sono comparse nel'abitacolo, bellissime, lunghe, velate….
Le ho ammirate, le ho guardate come una scena al rallentatore… le ho percorse con lo sguardo come a volerle accarezzare con gli occhi…. le ho ammirate fino a dove il mio sguardo è riuscito ad arrivare.
Ti sei seduta accanto a me… il tuo profumo è penetrato dentro di me, e finalmente un sorriso disteso mi ha guardato… "vai fino al semaforo e gira a sinistra, ti porto in un posto tranquillo" La tua voce dolce e rassicurante di chi ha già fatto quel percorso migliaia di volte, la voce dolce di chi ha capito che per me era la prima volta.
Guidavo, ma lo sguardo era fisso su quelle meravigliose gambe, il nero paco delle calze mi eccitava, da vicino riuscivo a scorgere tutte le sfumature del nero…  la parte più scura attorno alla gambe, le sfumature più chiare al centro fino al velo teso sulle ginocchia piegate.
Con un filo di voce, rotta dall'emozione ti ho chiesto, "le posso accarezzare?" e mi è bastato il tuo sorriso per fare scendere delicatamente la mia mano sulle tue gambe. Un dolce tremolio, una sensazione forte di svenimento hanno accompagnato il contatto delle mie dita con le tue gambe velate, mentre dentro di me l'eccitazione esplodeva…. non ricordo la strada, le tue indicazioni, la radura protetta dalle siepi.. ricordo solo i tuoi collan sotto le mie dita.
Ho spento l'auto e non sapevo cosa fare, ma come avrai già fatto mille volte hai fatto tutto tu…….  le tue mani esperte hanno abbassato la cerniera, hanno delicatamente estratto il mio sesso da quella posizione ormai difficile da mantenere…. ho sentito il fresco della salvietta sulla punta.
Come una mamma premurosa hai pulito il mio sesso, e poi lentamente lo hai protetto, hai srotolato su di lui il leggero film di plastica.
Poi… una dolce favolosa sensazione di caldo ha invaso il mio corpo, mentre le tue labbra, la tua bocca avvolgevano delicatamente il mio sesso ormai all'apice della sua erezione. Con gli occhi chiusi mi gustavo questo pompino meraviglioso, le tue labbra che disegnavano le forme del mio sesso…..
Le mie mani intanto accarezzavano il velo teso sul tuo sedere, si infilavano tra le dolci pieghe del tuo corpo, fino a trovare un piccolo buchino nei collant, esattamente all'altezza del tuo fiore umido. Ti ho penetrata dolcemente con le dita, ho sperato per un attimo quelle dita fossero speciali, che tu le sentissi diverse dalle migliaia di dita che con dolcezza o con violenza erano già entrate dentro te…. avrei voluto essere speciale per te… ma forse non lo saprò mai.
Stavo per esplodere quando tu, con un tempismo perfetto hai allontanato le tue labbra da me, hai abbassato il sedile, allargato le gambe facendomi ammirare le tue labbra bagnate tra le calze e mi hai detto a voce bassa…"fai piano".
Come potrei prenderti con violenza, come potrei farti del male…. mi sono girato verso te, ho avvicinato la punta del mio sesso alle tue labbra e piano piano sono scivolato dentro te…. piano… volevo gustarmi ogni millimetro della tua pelle, volevo che quel magico momento non finisse più.
Le mie mani cercavano la tua pelle sotto la maglietta, trovavano i tuoi seni generosi, accarezzavano i capezzoli duri…
Piano piano ho aumentato il ritmo, il mio sesso duro, eccitato, entrava e usciva da te… il mio respiro si faceva sempre più intenso…
Sentivo i tuoi gemiti le tue gambe chiudersi attorno a me… stringermi….
E' stato un attimo, la vista mi si è oscurata, ho sentito il mio seme percorrere tutto il cazzo duro ed esplodere violento dentro di te….
Mi sono appoggiato a te… non volevo uscire, sarei rimasto per sempre dentro te…… è stato difficile sentire il mio sesso ormai floscio uscire da te,
sdraiarmi sul sedile esausto, sfinito, finalmente appagato.
E tu, ancora una volta come una dolce mamma ti sei presa cura di me, hai sfilato via il preservativo pieno del mio seme, hai pulito delicatamente
il mio sesso e piano piano ti sei sistemata.

Ora ho il tuo numero di telefono, non ti raccatterò mai più per la strada, verrò a prenderti sotto casa con un mazzo di fiori, come si merita
una vera regina, come meriti tu….

4 commenti:

cnmetal ha detto...

meravigliosa sensazione.provata più di una volta.certe "ragazze"verrebbe voglia di sposarle..ma la realtà è divesra.
purtroppo.

Lust ha detto...

Ti dirò che mi è piaciuto come hai raccontato questa esperienza.

hose64 ha detto...

grazie della vostra visita e dei vostri commenti...
C'è una spece di amore, di rispetto per queste donne che compiono ogni giorno uno dei gesti più meravigliosi del mondo.....
Peccato ne siano costrette.... chissà se anche loro godono... dei nostri "passaggi"....

Alfa Victor ha detto...

Una Pretty Woman,che ha trovato il suo Richard Gere,molte volte non è così,ma tu hai saputo dare tanto ad una Donna che rischia la sua vita ogni sera....