mercoledì 4 marzo 2009

I piedi di francesca




Questo è un racconto scritto da un lettore del blog, GRAZIE a: Ale9017

Era estate e lei era la mia prima vera fidanzata. Schema classico, amica di amici, io diciannove anni, lei uno in meno. La ricordo con tenerezza, i suoi occhi intensi, i suoi capelli lisci, castani che le scendevano sulle spalle, un fisico che allora mi sembrava bellissimo. Il seno piccolo ma ben proporzionato, i fianchi chiusi in quei jeans che facevano capire molto di lei, i suoi piedini, quasi sempre velati da calze color carne, da donna vera, dolcemente infilati nelle sue ballerine di vernice. Una coppia perfetta, ci volevamo bene, ci vedevamo spesso e in quelle occasioni, di abbracci e di baci appassionati immaginavo come sarebbe stato bello fare l'amore con lei. Il tempo passava e il desiderio di spingermi più avanti nei suoi confronti si faceva sempre più forte, i miei baci erano sempre più appassionati e le mie mani cercavano di scoprire sempre nuovi luoghi di lei. Ma non era facile, lei lasciava fare ma aveva stabilito un limite tutto suo oltre al quale non si poteva andare, delle volte si lasciava sfiorare, ma appena mi sembrava cedesse alla mia passione, subito mi bloccava, allontanava le mia mani. Era frustrante, ma questo sottile gioco creava in me una grande eccitazione, un desiderio sempre maggiore. Ricordo quel giorno sulla spiaggia, in riva al fiume, eravamo capitati per caso in una zona di nudisti, e lei per niente imbarazzata si era svestita rimanendo però in bikini, io ne approfittai della situazione e siccome eravamo anche in un luogo un po' appartato mi spogliai completamente, nascondendo con difficoltà la mia eccitazione. La mia spavalderia non la turbò per niente e come tutte le volte che stavamo insieme, dopo qualche chiacchiera, dopo qualche parola dolce, i soliti baci, le mie mani come distinto incominciavano ad accarezzare il suo corpo.
Avevo raggiunto il tondo del suo seno scendendo lentamente dalla spallina, le dita si stavano infilando sotto il sottile velo del costume, quando con una mossa fulminea mi ha spostato la mano e quasi contemporaneamente mi sono ritrovato con cinque dita stampate sul mio culetto pallido. Il tutto accompagnato dalla minaccia di essere lasciato se avessi continuato..... ero frastornato, ma come....mi lasci fare, e poi sul più bello, blocchi tutto......
Da quel momento, pieno di sensi di colpa e con una sensazione di impotenza non sono più andato oltre ai casti baci e abbracci, ma con un desiderio di toccarla, di scoprire il suo corpo che mi faceva impazzire. La sera solo nel letto pensavo a lei, immaginavo il suo corpo nudo, la sua pelle morbida, e solo mi abbandonavo ad un piacere solitario che solo in parte soddisfava il mio desiderio di lei.
Dopo quasi due mesi da quell'episodio un pomeriggio mi invitò a casa sua dicendomi che i suoi erano fuori per il fine settimana e che saremmo potuti stare un po' insieme. Io ovviamente accettai con quel misto di eccitazione e di timore che ormai accompagnava i nostri incontri, avevo una voglia folle di fare l'amore con lei, o almeno di poterla abbracciare, toccare liberamente ma anche timore delle sue reazioni o addirittura di perderla. Speravo comunque che quella fosse la volta buona, mi sono preparato per bene, un mazzetto di fiori, la maglietta fresca di bucato e mi sono presentato a casa sua.
E' stata grande la sorpresa quando dopo aver suonato al campanello lei mi ha aperto la porta presentandosi in body e collant. Ero li, sulla porta inebetito che guardavo il suo corpo meraviglioso velato de quegli indumenti, le tettine che sbucavano generose dal balconcino nero di pizzo, la pancia appena appena velata dal tessuto del body, i collant che si intravedevano sotto, e il suo ciuffetto che faceva capolino sotto il velo quasi trasparente.
Le mi tirò dentro casa dicendomi di non farmi illusioni, era vestita così perchè era indisposta e si sarebbe sentita più sicura. Fu difficile per me nascondere la delusione, eravamo soli a casa sua, era vestita in modo assolutamente provocante, avevo il cuore che batteva a mille.... e non potevo fare nulla? Mi rassegnai alla situazione, ormai c'ero e non potevo andarmene proprio adesso, mi offrì da bere, chiaccherammo per un po' e poi lentamente cominciammo con delle effusioni leggere, io sempre intimidito dai suoi precedenti atteggiamenti, la baciavo, l'accarezzavo, ma sempre con molta cautela. Anche lei sembrava si desse da fare, mi accarezzava sempre più partecipe infilando le sue dolci manine sotto la maglietta, mi massaggiava lentamente la schiena. Ogni volta che la mia pelle veniva in contatto con le sue gambe avevo un brivido di piacere, le sue gambe velate, i suoi piedi dolcemente racchiusi nel nylon, il profumo delle calze mi facevano impazzire.
Non ricordo come, ma ad un certo punto mi ritrovai a pancia in giù, con lei a cavalcioni che mi massaggiava la schiena, le sue calze sul mio corpo e i bottoncini del body che mi solleticavano il fondo schiena. Lei contunuava ad accarezzarmi, fino a quando lentamente non mi sfilò i calzoncini, ero nudo con il sesso che premeva contro il letto e le sue gambe velate sulla mia schiena. Ero eccitato da morire, e mai mi sarei girato per paura di rendere evidente l'erezione che ormai aveva raggiunto il culmine, il mio sesso pulsava sempre più, compresso contro le lenzuola. Con le mani continuava ad accarezzarmi la schiena ma aveva anche incominciare a fare scorrere sul mio corpo i suoi dolci piedini velati. Il contatto del nylon sulla mia pelle mi eccitava sempre più, fino a quando infilando il piede sotto la mia pancia sfiorò delicatamente il mio sesso e invece di indietreggiare come faceva di solito incominciò ad accarezzare delicatamente il mio sesso con i piedi. Era una sensazione fantastica, la sua dolce estremità coperta dal nylon velato che mi strusciava l’addome fino a sfiorare delicatamente il mio pisellino, che sembrava stesse per scoppiare tanto ero arrapato. Ci girò maliziosamente attorno mentre cominciavo a gemere, finché ci arrivò dicendo: “preso!” Urlai di piacere sentendo il mio glande avvolto dal nylon, lei mi invitò a non farmi sentire dai vicini, e cominciò a massaggiarmi il membro.
Sentivo le dita dei suoi piedi che si muovevano, alternandosi lungo l'asta, fu questione di un minuto o poco più, e improvvisamente il liquido denso e caldo esplose inzuppando i suoi piedi e parte delle lenzuola. Ero felice e appagato era stata una sensazione meravigliosa, non avevamo ancora fatto l'amore, ma lei si era dimostrata abile nel darmi sensazioni fortissime. Ripetemmo quell'esperienza altre volte, sempre più disinvolti, una volta seduti, un'altra con i piedi nudi, una volta mi masturbò anche con la sua dolce manina e ricordo anche un sensualissimo paio di collant neri velati, molto morbidi. Io nel frattempo mi ero fatto sempre più disinvolto e la cosa che mi faceva impazzire di più era accarezzarle le cosce mentre lei dolcemente mi conduceva verso l'orgasmo. Mi illusi che questi dolci massaggi fossero l'anteprima del sesso vero e proprio, invece all'inizio dell'autunno se ne andò lasciandomi il dolce ricordo di quei momenti e dei suoi fantastici collant velati.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

bellissime le ultime 2 storie... mi è venuto duro ovviamente ! ah le collant...

Anonimo ha detto...

bella la storia come l'hai impostata, la descrizione della mia ex non coincide ma, forse è meglio così per la privacy; inoltre il tutto è molto poetico, direi che può restare così.
a presto

hose64 ha detto...

grazie a te per il contributo e per il commento.

a presto

Anonimo ha detto...

Collant, autoreggenti, reggicalze......... Che stupenda invenzione; dopo la donna, però.

Anonimo ha detto...

Da donna......
complimenti... un racconto dolce e delicato... con un finale un po' amaro... ma vista l'età dei protagonisti..pieno di speranze per il futuro.
Mi piace immaginare che oggi siano in quattro... o anche più a godere del ricordo di questa esperienza...
Giulia.